22 Marzo 2025

Il Piemonte e le case di Comunità, quel che abbiamo e quel tanto che resta da fare

By admin

Il Piemonte e le case di Comunità, quel che abbiamo e quel tanto che resta da fare

La sanità piemontese si trova oggi ad affrontare sfide cruciali, messe in evidenza dalla pandemia di Covid-19, dalla crisi demografica e dalle criticità organizzative che hanno colpito il settore negli ultimi anni. Una delle risposte più significative proposte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stata quella della creazione delle Case di Comunità, strutture pensate per rafforzare la medicina territoriale e rispondere in modo più efficace e tempestivo ai bisogni dei cittadini.

La medicina territoriale, finora centrata principalmente sulla figura del medico di base, ha mostrato evidenti limiti nella sua capacità di rispondere alla complessità e varietà delle esigenze dei cittadini. La mancanza di una rete territoriale organizzata ha contribuito al sovraccarico delle strutture ospedaliere, con liste d’attesa sempre più lunghe e servizi sempre meno accessibili. Le Case di Comunità, previste in misura di una ogni 50mila abitanti, sono chiamate a diventare il cuore pulsante della sanità territoriale, garantendo un servizio attivo almeno 12 ore al giorno e integrando diverse figure professionali, tra cui medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti e fisioterapisti.

In Piemonte, secondo il recente programma strategico regionale aggiornato a febbraio 2025, sono previste complessivamente 91 Case di Comunità, di cui 81 finanziate con fondi PNRR e 10 con fondi ex art. 20. Attualmente, i lavori sono stati avviati per il 67% di queste strutture.

Per quanto riguarda gli Ospedali di Comunità, ne sono previsti 30 in tutto il Piemonte: 27 finanziati con fondi PNRR e 3 con fondi ex art. 20. Anche per questi ospedali, i lavori sono stati avviati per il 67% delle strutture previste.

Situazione PiemonteDati gennaio 2023
Posti letto RSA senza integrazione sanitaria15.000
Liste di attesa cure domiciliari11.121
Valutazioni UVG oltre 90 giorni2.240
Malati non autosufficienti senza risposta cure domiciliari (Torino)4.330
Case di Comunità previste in Piemonte (totali)91
Case di Comunità in fase avanzata (lavori avviati)67%
Ospedali di Comunità previsti30
Ospedali di Comunità in fase avanzata (lavori avviati)67%

Il futuro della sanità piemontese richiede quindi un immediato cambio di passo. È essenziale procedere rapidamente con un piano straordinario di assunzioni che compensi gli squilibri generati da pensionamenti e carenze croniche di personale, rilanciando al contempo la formazione universitaria e professionale. Occorre inoltre accelerare ulteriormente l’attuazione delle Case e degli Ospedali di Comunità, assicurando che non diventino semplici progetti di edilizia sanitaria, ma reali presidi di cura e prevenzione, dotati di tecnologie avanzate, tra cui la telemedicina, per raggiungere anche le aree più remote.

L’integrazione socio-sanitaria, fondamentale per rispondere ai bisogni dei pazienti cronici e non autosufficienti, deve essere rafforzata attraverso una collaborazione più stretta con i servizi sociali, le amministrazioni locali e il terzo settore, per costruire una rete di assistenza capace di alleggerire le famiglie e garantire dignità a tutti i cittadini.

Molto resta ancora da fare per colmare le lacune degli ultimi anni e rispondere alle sfide future. Il Piemonte ha bisogno di un impegno politico serio e di una gestione lungimirante delle risorse disponibili, per restituire alla sanità territoriale quel ruolo centrale che essa merita e per assicurare a tutti i piemontesi un accesso equo e universale al diritto alla salute.