Il Piemonte e le case di Comunità, quel che abbiamo e quel tanto che resta da fare
Il Piemonte e le case di Comunità, quel che abbiamo e quel tanto che resta da fare
La sanità piemontese si trova oggi ad affrontare sfide cruciali, messe in evidenza dalla pandemia di Covid-19, dalla crisi demografica e dalle criticità organizzative che hanno colpito il settore negli ultimi anni. Una delle risposte più significative proposte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è stata quella della creazione delle Case di Comunità, strutture pensate per rafforzare la medicina territoriale e rispondere in modo più efficace e tempestivo ai bisogni dei cittadini.
La medicina territoriale, finora centrata principalmente sulla figura del medico di base, ha mostrato evidenti limiti nella sua capacità di rispondere alla complessità e varietà delle esigenze dei cittadini. La mancanza di una rete territoriale organizzata ha contribuito al sovraccarico delle strutture ospedaliere, con liste d’attesa sempre più lunghe e servizi sempre meno accessibili. Le Case di Comunità, previste in misura di una ogni 50mila abitanti, sono chiamate a diventare il cuore pulsante della sanità territoriale, garantendo un servizio attivo almeno 12 ore al giorno e integrando diverse figure professionali, tra cui medici, infermieri, psicologi, nutrizionisti e fisioterapisti.
In Piemonte, secondo il recente programma strategico regionale aggiornato a febbraio 2025, sono previste complessivamente 91 Case di Comunità, di cui 81 finanziate con fondi PNRR e 10 con fondi ex art. 20. Attualmente, i lavori sono stati avviati per il 67% di queste strutture.
Per quanto riguarda gli Ospedali di Comunità, ne sono previsti 30 in tutto il Piemonte: 27 finanziati con fondi PNRR e 3 con fondi ex art. 20. Anche per questi ospedali, i lavori sono stati avviati per il 67% delle strutture previste.
Situazione Piemonte | Dati gennaio 2023 |
---|---|
Posti letto RSA senza integrazione sanitaria | 15.000 |
Liste di attesa cure domiciliari | 11.121 |
Valutazioni UVG oltre 90 giorni | 2.240 |
Malati non autosufficienti senza risposta cure domiciliari (Torino) | 4.330 |
Case di Comunità previste in Piemonte (totali) | 91 |
Case di Comunità in fase avanzata (lavori avviati) | 67% |
Ospedali di Comunità previsti | 30 |
Ospedali di Comunità in fase avanzata (lavori avviati) | 67% |
Il futuro della sanità piemontese richiede quindi un immediato cambio di passo. È essenziale procedere rapidamente con un piano straordinario di assunzioni che compensi gli squilibri generati da pensionamenti e carenze croniche di personale, rilanciando al contempo la formazione universitaria e professionale. Occorre inoltre accelerare ulteriormente l’attuazione delle Case e degli Ospedali di Comunità, assicurando che non diventino semplici progetti di edilizia sanitaria, ma reali presidi di cura e prevenzione, dotati di tecnologie avanzate, tra cui la telemedicina, per raggiungere anche le aree più remote.
L’integrazione socio-sanitaria, fondamentale per rispondere ai bisogni dei pazienti cronici e non autosufficienti, deve essere rafforzata attraverso una collaborazione più stretta con i servizi sociali, le amministrazioni locali e il terzo settore, per costruire una rete di assistenza capace di alleggerire le famiglie e garantire dignità a tutti i cittadini.
Molto resta ancora da fare per colmare le lacune degli ultimi anni e rispondere alle sfide future. Il Piemonte ha bisogno di un impegno politico serio e di una gestione lungimirante delle risorse disponibili, per restituire alla sanità territoriale quel ruolo centrale che essa merita e per assicurare a tutti i piemontesi un accesso equo e universale al diritto alla salute.