Agenas rileva le ombre della sanità piemontese

Da più di dieci anni AGENAS realizza tramite il PNE un lavoro di monitoraggio e analisi delle cure erogate negli ospedali pubblici e privati accreditati, in favore sia dei decisori sia dei professionisti impegnati nell’erogazione dell’assistenza sanitaria. AGENAS ha organizzato la presentazione della nuova edizione del PNE 2024 – Report su dati 2023, un appuntamento annuale molto atteso dalla comunità scientifica e diventato un punto di riferimento per tutti gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale.

Confrontando i dati del Piemonte e Torino con quelli nazionali, emergono alcune valutazioni chiave.

Mortalità a un anno post-IMA (Infarto Miocardico Acuto): Il Piemonte mostra valori di mortalità a un anno post-IMA superiori alla mediana nazionale. Questo implica che il percorso di cura per pazienti cardiaci potrebbe avere margini di miglioramento rispetto alla media nazionale. Le differenze possono riflettere vari fattori, come il tempo di accesso alle cure d’urgenza, la tempestività dell’intervento e la qualità complessiva del follow-up post-infarto. Per allineare questi valori agli standard nazionali, si potrebbero implementare interventi mirati di potenziamento delle strutture cardiologiche e miglioramento dei percorsi di emergenza.

Disomogeneità intraregionale: La variabilità intraregionale osservata nel Piemonte, soprattutto nei risultati post-infarto, può essere un indicatore di disparità nell’efficacia delle strutture sanitarie locali o nella disponibilità di risorse specialistiche. A livello nazionale, le regioni più virtuose hanno mostrato una riduzione di tali disparità attraverso il consolidamento dei servizi in strutture a volume elevato, come previsto dal DM 70/2015, che raccomanda di concentrare le procedure più complesse in centri con elevata esperienza. Questo modello potrebbe essere adottato anche in Piemonte per migliorare l’omogeneità degli esiti tra le diverse ASL.

Performance sugli eventi cardiovascolari e cerebrovascolari (MACCE): Il valore più alto degli eventi cardiovascolari e cerebrovascolari (MACCE) a un anno in Piemonte, rispetto alla media nazionale, indica una potenziale area critica in termini di gestione delle complicanze a lungo termine. Al livello nazionale, le regioni con migliori risultati in questo indicatore hanno investito in percorsi di continuità assistenziale, dal ricovero al follow-up, che includono riabilitazione cardiologica e sorveglianza medica intensiva. Questo approccio, se rafforzato, potrebbe aiutare il Piemonte a ridurre l’incidenza di eventi avversi a lungo termine.

Organizzazione sanitaria territoriale: La struttura territoriale piemontese, che include varie ASL con autonomia gestionale, rispecchia un’organizzazione decentrata che consente un certo grado di adattamento ai bisogni locali, ma può anche portare a risultati disomogenei. Al confronto nazionale, i modelli centralizzati in alcune regioni hanno garantito una maggiore uniformità dei risultati. In Piemonte, dunque, un bilanciamento tra centralizzazione per le cure complesse e il potenziamento delle unità locali potrebbe migliorare l’accesso e la qualità dell’assistenza sanitaria, riducendo le disuguaglianze territoriali.

Queste valutazioni suggeriscono quindi che il Piemonte, in linea con i modelli nazionali di eccellenza, potrebbe avvantaggiarsi da un consolidamento delle strutture ad alta specializzazione, una maggiore omogeneità nella gestione sanitaria tra ASL, e un potenziamento dei percorsi di continuità assistenziale per patologie critiche come quelle cardiovascolari.