Torino deve tornare in Europa riprendendo a confrontarsi con altre città come Lione , Barcellona , Marsiglia, Monaco, Kassel , Rotterdam e non solo con l’eterno competitor Milano, oggi vincente.
Tutte queste città una volta industriali oggi hanno una economia diversificata che produce benessere e scambi internazionali economici e culturali e comunque resiste alla crisi prolungata in cui versiamo dl 2008. Tutte queste città presentano una realtà a geometria variabile e un governo multilivello.
Intorno alla città originaria hanno sviluppato un area metropolitana vasta,luogo di investimenti e servizi di alto profilo, di mobilità di abitanti e merci, fortemente integrata con la città e leva del suo futuro, spesso anche con finanziamenti Ua: se fossero restate dentro la cinta daziaria origjnale sarebbero diventate o restate tristi città in declino economico e demografico, come oggi e finora è Torino che muore di povertà autarchica ignorando il suo intorno. . Bisogna invertire la rotta. Abbiamo anche almeno tre magnifiche opportunità in costruzione create dai nuovi insediamenti universitari di Collegno e Grugliasco, dallo hub logistico di Orbassano. E soprattutto abbiamo la TAV che con le compensazioni attese e altri investimenti privati e pubblici UE può finalmente dare un futuro all’area metropolitana e alle valli con modelli di sviluppo verdi e digitali e pratiche di innovazione sociale nei servizi collettivi derivate, riteniamo, dalla filosofia dello sviluppo delle aree interne montane largamente sperimentata altrove negli ultimi anni sotto la direzione del Ministro Fabrizio Barca: dobbiamo uscire da un conflitto ormai sterile (e tristemente militarizzato) con una meta positiva e di vantaggio per tutti, che consente anche di utilizzare appieno le opportunità di mobilità e pendolarità del nuovo corridoio europeo, ecocompatibile grazie ad anni di lavoro dell’osservatorio e alla forte responsabilità ambientale e sociale sentita dalla ditta incaricata dei lavoro, e della nuova ferrovia locale collegabile alla metropolitana torinese: Torino uscirà così dal suo ripiegamento su stessa .
Gestire una città e la sua area metropolitana valorizzandone le integrazioni significa per il Sindaco dovere ma anche mettersi in condizione di avere rapporti internazionali fitti con l’UE e operatori economici di livello internazionali indispensabili a portare risorse su Torino, come già successe in passato per i grandi eventi e investimenti . E per la città avviare una seria comunicazione di marketing , partecipazione a reti di città, attività d pressione internazionale della città con questi suoi stakeholder. Uscire così’ dall’isolamento attuale.
Il governo urbano è multilivello , a geometrie variabili, anche a scendere fino ai quartieri, alle buche dei marciapiedi e alle aiuole abbandonate. Ridisegnare il rapporto tra la Città e le sue Circoscrizioni e le rispettive funzioni e competenze (meglio non concomitanti come nell’infelice esperienza Stato Regioni) , non limitarsi a volerle più ampie o lasciarle come sono, altra diatriba sterile da cui uscire. Ogni problema va rappresentato dove massima è la sua conoscenza e la possibilità di controllo sulla sua avvenuta adeguata soluzione. Dobbiamo superare il pendolo tra progetti anche ben fatti ma calati dall’alto un po’ tecnocraticamente sulle popolazione e cieca fiducia populista nei movimenti dal basso e nella loro capacità di autogoverno di un bene comune . I primi possono restare sulla carta e trovare veti irragionevoli ma non superabili , e la seconda dimostrarsi spesso poco capace e poco interessata al bene pubblico che è anche spesa pubblica efficiente (es, Cavallerizza) . Occorrono entrambi: disegni complessivi su larga scala e istanze dal basso anche minute. Ossia costruire canali di partecipazione popolare e ambiti di decisione responsabile ben disegnati, contenitori e perimetri progettuali che consentendo di mettere a frutto le innovazioni provenienti dal basso oggi dissipate e disperse, dando durata alle più valide, dar voce ai singoli cittadini con garanzia di ascolto continuativo, istituzionalizzare un corretto rapporto tra consigli circoscrizionali e comunali dotati di competenze e mezzi adeguati. Attivare una seria e in parte digitalizzata comunicazione pubblica dall’alto al basso e dal basso all’alto tra Città e cittadini sia dei servizi loro destinati sia delle legittime proteste e delle utili proposte e segnalazioni. Trovare alleati tra le imprese private dotate di maggiore sensibilità sociale e interessate a investire sul territori.